Ristorante Plessis / Torino

1981-1982 – Torino

Il ristorante Plessis (poi rinominato Perbacco) si inserisce in un elegante palazzo, datato 1822, del Borgo Nuovo a Torino. La formazione dell’insediamento avvenne fra gli anni Venti e Sessanta dell’Ottocento, tramutando l’area in un borgo residenziale apprezzato dall’alta società torinese. Il quartiere è situato in un’area centrale della città lungo la riva sinistra del Po, tra gli assi di Corso Vittorio Emanuele II e Via Po, attorno e intorno al quale fioriscono ampie e rigogliose aree verdi.

I locali ristrutturati al piano terreno ed al piano interrato per la realizzazione del nuovo ristorante Plessis  in via Mazzini 31, per conto della Del Cortile S.s. di Diego Veglia, comprendevano uffici e magazzini per la distribuzione di materiale cinematografico.

Dagli Anni Cinquanta almeno non erano stati fatti lavori interni sulle strutture né aggiornamenti sugli impianti. Gli ambienti sono stati oggetto di un intervento di ristrutturazione radicale che in un anno di cantiere li hanno trasformati sia dal punto di vista strutturale che di quello distributivo. Dell’originaria struttura è stato mantenuto solo l’involucro murario con le relative aperture mentre tutto il resto è stato realizzato ex novo. Con l’allestimento degli interni e la realizzazione degli elementi di arredo su disegno, sono stati eseguiti il progetto grafico del logo e dell’immagine coordinata che ha compreso ogni particolare fino alle stoviglie. Progetto dell’illuminazione, progetto architettonico degli impianti tecnologici. L’insieme degli elementi di arredo è anch’esso realizzato su disegno originale, dalla bussola d’ingresso ai corpi illuminanti, dai tavoli ai sedili.

E’ stato realizzato in Studio il progetto architettonico dell’illuminazione mentre i calcoli illuminotecnici sono opera dell’Arch. Piero Castiglioni_Milano.

Opere artistiche alle pareti di Salvo_Torino.

Il locale si affaccia su via Mazzini con i serramenti in lamiera verniciata a forno dal disegno particolare e la nuova bussola d’ingresso, necessaria per creare un elemento di protezione verso l’esterno. La bussola è anche il tramite tra le due pareti scatolate, in parte a vetri, pensate per alleggerire la massa dominante, dal disegno semplice e complesso allo stesso tempo. La veletta sovrastante comprende l’illuminazione incassata. Il tutto è ben evidenziato dall’illuminazione e dall’insegna in lamiera traforata. (Realizzazione Marzorati e Ronchetti di Cantù).
Una certa semplicità compositiva, unita alla ricerca di equilibrati inserimenti di materiali, hanno guidato anche la progettazione degli interni. Il locale è estremamente moderno e lineare.
Dalla bussola d’ingresso si accede direttamente alla prima saletta riservata al pubblico. Le sale ristorante sono dimensionate per 40 coperti distribuiti, in 41 mq attraverso due lunghe panche addossate alle pareti ed una fila centrale costituita da coppie di tavoli. I sedili hanno struttura in legno di rovere e rivestimento in tessuto gobelin; i tavoli hanno basamento in acciaio inox verniciato nero a forno e il piano rivestito in rovere.
Tutti gli elementi di arredo sono stati realizzati su disegno, ad eccezione delle sedie (omaggio all’architetto Gino Levi Montalcini – produzione Zanotta, che nel 1928-1930 progettò una delle prime opere del razionalismo italiano: Palazzo Gualino, sito a pochi passi, gli Uffici e l’Arredamento realizzato con 67 modelli di mobili e oggetti).
Il resto del locale è caratterizzato da un bancone in acciaio e legno che separa la sala ristorante dagli spazi di servizio. Concepito come naturale continuazione della bussola d’ingresso si svolge intorno alla parete portante che divide le due sale ristorante. Questo elemento svolge la funzione di preparazione, esposizione e somministrazione bevande.
Le pareti delle sale riservate al pubblico sono caratterizzate dalla boiseries in legno di rovere Slavonia e dalla fascia superiore a specchio; i cuscini di seduta e schienale delle panche sono rivestiti in tessuto gobelin con strisce di colore dalla scelta cromatica coordinata secondo le tonalità arancio, tortora e sabbia.
Le volte in mattoni sono state celate da un controsoffitto per ridurre la risonanza e contenere alcuni impianti.
Il progetto illuminotecnico della parte riservata al pubblico è stato concepito con soluzioni di illuminazione indiretta e diretta.
L’illuminazione indiretta è formata da filari di piccole alogene con intensità variabile nascoste da una semplice barra in rovere fissata a parete. Su questo disegno l’architetto Piero Castiglioni_Milano ha eseguito il calcolo esecutivo illuminotecnico dell’impianto e la stessa realizzazione dell’impianto.
L’illuminazione diretta è stata realizzata attraverso corpi illuminanti a soffitto e faretti incassati.
In corrispondenza del banco bar pendono due lampade sferoidali in ottone con tige rigida, a luce concentrata orientate verso il banco, anch’esse eseguite su disegno: realizzazione Marzorati e Ronchetti di Cantù. Realizzazione opere in legno: Falegnameria Occhiali di Torino.